Con le elezioni
politiche del maggio 1958 si ha un apertura a sinistra. Essa fu
favorita anche dalla morte di Pio VII e l’elezione di Giovanni
XXIII, uomo di aperte vedute e non anticomunista come il suo
predecessore. Ci furono forze contrarie a quest’avventura a
sinistra sostenute principalmente dai più importanti giornali
d’opinione, grandi industriali, la media e grande proprietà terriera
allarmati dal fatto che con i socialisti al governo si sarebbe
attuata una politica riformatrice. Fanfani, in questo periodo,
venne eletto presidente del Consiglio, accumulando due cariche
contemporaneamente poiché egli era già segretario della DC. Con lui
i tempi di un’intesa con il PSI apparvero vicini. Gli oppositori
interni della Dc lo costrinsero a dimettersi da entrambe le cariche,
così il nuovo segretario della Dc venne eletto Aldo Moro, mentre
Antonio Segni tornava alla guida del governo. Con grande capacità
di mediazione, Moro, convinse le componenti moderate del partito del
mantenimento della Dc con un apertura al PSI per dare una maggiore
stabilità politica al governo. Con il congresso di Firenze della
Dc, seguito dalle dimissioni di Segni, sembrò possibile varare un
governo tripartito con l’appoggio dei socialisti. Vinsero però
ancora una volta i timori degli ambienti cattolici e delle gerarchie
vaticane contrarie ad un’apertura a sinistra favorendo la formazione
di un governo di transizione guidato da Tambroni. Egli si dimise
poco tempo dopo a causa dell’instabilità del governo, anche se però
continuò a governare sotto suggerimento di Gronchi. Subito dopo
si manifestò con violenza l’insoddisfazione della società italiana,
particolarmente negli episodi del luglio 1960. In questi giorni
infatti, si ebbe una vera e propria sommossa a Genova in cui
Tambroni acconsentì alla riunione del congresso dell’MSI. La
sommossa si ampliò in altre città del settentrione causando molti
danni e provocando le dimissioni di Tambroni. Fanfani tornò
nell’agosto dello stesso anno al governo sostenuto dalla Dc, Pdsi,
Pri, Pli ma senza l’appoggio dei socialisti. Nel congresso di
Napoli (1962) della Dc, si decise che il partito socialista poteva
partecipare al governo. Il primo governo formato con l’appoggio dei
socialisti, aveva come primo problema la programmazione economica e
alla nota aggiuntiva proposta da La Malfa. Nella nota aggiuntiva si
affermava la necessità di partecipazione all’economia da parte del
governo tramite “partecipazioni statali” che con la formazione di
quel governo (Fanfani) portarono alla nazionalizzazione dell’energia
elettrica. Importantissima fu anche l’estensione dell’obbligo
scolastico fino all’età di 14 anni. Dopo le elezioni politiche
del 2 giugno 1963, che videro la perdita della Dc a favore dei
liberali passati all’opposizione, nel XXXV Congresso del partito
socialista, Pietro Nenni e Francesco De Martini, decisero la diretta
partecipazione ad un nuovo governo di centro sinistra guidato dal
democristiano Aldo Moro. Per la prima volta Dc e socialisti facevano
parte di un governo di coalizione.